Ci guardano i cani, continuamente. Per chiedere, per osservare e rifare, per ricevere aiuto, per coinvolgerci. Non occorre alzare la voce. Come dice Molly, non sono mica sordi! Forse se non fanno ciò che chiediamo loro è perché siamo inopportuni? O incomprensibili? O forse il cane non ha ancora gli strumenti per capirci?
Molti pensano che, per indurre il cane a compiere azioni specifiche, sia necessario avere in mano un bocconcino e per gratificarlo sia fondamentale erogare all’istante premi in quantità. “Cosa ti perdi!!” direbbe Molly. I cani, in verità, vivono cercando continuamente di compiacerci, di fare insieme, di comunicare con noi.
Educare, quindi, è indirizzare verso una relazione rispettosa dei bisogni di tutti. Presta attenzione a ciò che ti propone: se la sua proposta è ok, accoglila e assecondala altrimenti rifiutala gentilmente, proponendo una alternativa.
Evitiamo di usare quel “no” continuo, proviamo l’efficacia delle proposte, risposte, richieste.
Ricordiamoci: il cucciolo è una spugna. Più saremo violenti o prepotenti più lui acquisirà lo stesso stile comunicativo. E se non farai altro che volgergli le spalle nel vano tentativo di calmarlo quando cerca le tue attenzioni, pensa a come ti sentiresti nei suoi panni, anche tu alzeresti la voce. E così fa il cane che accentua ciò che fa per farsi notare. Vuoi aiutarlo a calmarsi? Siediti, rilassati e lui ti seguirà. Vuoi redarguirlo: basta un attimo, tono fermo, niente prediche interminabili o aggressioni verbali, non servono a nulla. E, soprattutto, ricordati di mostrare l’alternativa.
Non dimentichiamo, ciò che è importante per noi lo diventa anche per il cane. Una scarpa firmata è importantissima? Anche il cane le rivolgerà la sua massima attenzione. Empatia e comprensione e vedrai che sarà tutto molto naturale.