Giorno di prigionia numero 10.
Chissà come faranno a casa senza di me. Chi porterà il fango sul tappeto quando piove? Chi ucciderà il sacco dell’umido? La mia famiglia sarà in balia dei peggiori pericoli. Mi dicono che il padrone non tornerà. Il setter del recinto tre bisbiglia che sono un illuso se continuo a pensarlo. Comincio a credergli.
Giorno di prigionia numero 30.
La mia permanenza coi fricchettoni somiglia sempre più a una ingiusta reclusione. Continuo a gridare che è un errore giudiziario, ma gli umani sembrano non capire la mia lingua. Sono sporco. Puzzo. Non tocco un cuscino da un mese. Ormai mangio dal pavimento, mi piove spesso in testa. Tutti fanno pipì dove capita. Comincio a dimenticare la civiltà.
Giorno di prigionia numero 185.
Qui vanno e vengono. A volte qualche cane torna a casa sua, altre volte, più spesso, arrivano persone nuove e scelgono quello di noi che più gli piace. Io mi faccio piccolo, quando passano. Questo posto è casa mia, ora. Non mi fido degli umani. Non voglio che mi tocchino. Ho imparato a mostrare i denti, se ci provano. Funziona.
Giorno di prigionia numero 768.
Da un po’ di tempo, un’umana carina viene a trovarmi. È minuta, ha gli occhi grandi. Porta sempre delle leccornie, non prova mai a toccarmi. Si siede e mi parla. Profuma di buono. Di biscotti e di cucce pulite, di erba fresca e anche un po’ di gatto. Cerco di fare il duro, ma sto iniziando a cedere. È la coda che tende a tradirmi, a volte si muove anche se non vorrei.
Giorno di prigionia numero 779.
L’umana dagli occhi grandi mi piace. Mi porta spesso a fare delle lunghe passeggiate nei campi qui intorno. Quando arriva non riesco più a stare fermo, mi agito tutto e i piedi si muovono per conto loro. Appena entra la bacio tutta e lei ride. Mi coccola sempre ormai, come lo fa bene! Fa i grattini più speciali del mondo. Le malelingue dicono che mi sia rammollito. È vero. L’umana ha detto che da oggi mi chiamo Spillo. Io ce l’avevo un nome, ma fa niente. Mi chiamavo Staigiù. Questo è più bello di quello vecchio, perché l’ha scelto lei. Posso farlo: posso essere Spillo, se lei lo vuole. Con lei, posso essere tutto. Mi ha fatto promettere che non mangerò il gatto.
Giorno di prigionia numero 780. Il giorno più bello della mia vita.
Ha detto che posso chiamarla mamma! L’avete sentita tutti? Mica Padrona, mica Signorina… MAMMA! Sto per andare a casa con lei, mi ha promesso che sarà per sempre. Chissà se vale ancora la regola del “Giù dal divano”… quasi quasi quando arrivo ci provo. Non so più tanto bene come si sta in società ma lei dice che mi aiuterà a ricordare. Mi fido di lei. Mi ha regalato un collare blu e io non mi sono mai sentito tanto elegante.