“O sant’ossobuco. Vuole me! È la fine, ne sono certo.”
Billy si immobilizza. È come pietrificato.
“Se non mi muovo, non mi vede. Sii invisibile Billy, sii invisibile.”
Le mani del veterinario afferrano il piccolo ammasso di pelo tremante.
“Oh no!”
Lo poggiano sul tavolo, l’acciaio è freddo e scivoloso. Billy guarda supplicante la sua proprietaria.
“Addio mami, ti ho amata tanto.”
Inizia la visita. Apri qui, tocca lì, infila… ehm… sì, bè. Billy sgrana gli occhi, le orecchie attaccate al cranio fanno somigliare la testa a un casco da ciclista.
“Non mi castrare, non mi castrare, non mi castrare, non mi castrare, fallo per la barboncina del farmacista.”
La coda abbraccia il ventre.
“Mami, abbi cura della mia pallina. Giurami che non la darai al gatto.”
Il dottore prepara la siringa.
“Giuralo, ORA!”
E poi, il dramma. L’ago si fa strada tra il pelo, raggiunge la pelle, la lacera. Il liquido, freddo come la morte, fluisce nel corpo del cane. Billy guaisce, prova a divincolarsi.
“Nooo, sono troppo giovane, pietà!”
Poi è tutto finito.
“Ah, già fatto?”
Le zampe toccano il pavimento, Billy finalmente respira di nuovo.
“Sono vivo. Sono vivo.”
La signora paga. Billy si avvia verso l’uscita, le zampe scivolano sul pavimento, tanto cerca di correre. E poi sono fuori, l’aria fresca solletica le narici del piccolo cane. La coda inizia a ruotare come un’elica, è incontenibile. Ce l’ha fatta.
“Gli umani sono dei sadici.”